mercoledì 22 settembre 2010

Ed eccomi qui, che cerco di incollare insieme pezzi di vetro, e intanto mi taglio, fa male il sangue che scorre sulle mie mani.
E sto cercando di fermare il tempo, che so, come fosse un treno pieno di militari che vanno alla guerra, e io una delle ragazze abbandonate a se stesse a casa che sventola un fazzoletto bianco, e quando vede che parte comincia a corrergli dietro.Ma chi sono io per rincorrere il tempo? Come fosse un gatto, mi piacciono i gatti, ne ho uno qua a casa, mio padre vorrebbe buttarlo fuori di casa perchè di notte miagola (che senta anche lui la solitudine?) e gli scompaglia tutti i documenti, io e mamma ci opponiamo, quando siamo sul divano viene li e si mette sulla nostra pancia e ci scalda. Comunque. Dicevo che se il tempo è come un gatto, mi ha graffiato, e ora sono qua a medicarmi, da piccina accarezzavo tutti i gatti che vedevo e quando mi graffiavano o mordevano mamma usava l’alcool per disinfettare tutto e nel giro di una settimana rimaneva un piccolo segno poi scompariva quasi del tutto.

ogni tanto mi chiedono del mio passato, del mio passato so, so che è un libro aperto, però non mi piace, non mi piacevo, ero come un errore di grammatica, sempre goffa, fuori posto in qualsiasi luogo.

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